Capo ristorante a Cernobyl "Affondato con la crisi in italia, ora rinato" - Il Fatto Quotidianamente   



Capo ristorante a Cernobyl "Affondato con la crisi in italia, ora rinato" - Il Fatto Quotidianamente

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Luca ha 44 anni e nel 2014 decise di partire per Cernobyl, ora è responsabile di un ristorante nel pieno centro storico. Ecco la sua storia.

In Italia la sua famiglia aveva da generazioni una pasticceria rinomata “Era casa mia, dove sono nato e cresciuto, c’era dentro tutta la mia vita, ma l'idea di avere le mani in pasta tutta la vita non mi piaceva, così mi son trasferito in Ucraina. Ah no scusate, dove sta Cernobyl?”. 

“Prima ancora ci fu mio padre. Da quando c'è stato mio padre sono iniziate le incomprensioni familiari, ma dopo, con la crisi, è diventato impossibile continuare”

Luca arriva così al bivio e decide di andarsene. "Non avevo contatti là, tutti i numeri risultavano irraggiungibili, ma dalle foto su Google sembrava un posticino incontaminato".

Così Luca dopo aver frequentato oltre 3 università senza averne conclusa nemmeno una, dopo 20 anni ha deciso di andare all'estero e aprire la sua attività.

“Cernobyl guarda all’Europa per fare crescere le nuove generazioni in maniera civile e dignitosa. Non è come in Italia che ogni scusa è buona per inquinare l'ambiente, vogliamo parlare delle Scie Chimiche e dei danni che fanno alle persone?”.
Luca non rimpiange la sua scelta e aggiunge  "Il mio vecchio lavoro? Non lo rimpiango affatto".

dalla rubrica "I fatti all'estero" - Il Fatto Quotidianamente

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