15-11-2016 20:09:20
In Italia lavoravo gratis, in Estonia sono diventata Prof di Religione - Il Fatto Quotidianamente
In Italia le avevano offerto soltanto impieghi sottopagati e tirocini senza futuro, così ha deciso di partire. Ecco la sua storia
Roberra Y. ha 37 anni e si è laureata da 1 anno in Ingegneria di opacità e trasparenza. In Italia le avevano offerto soltanto impieghi sottopagati e tirocini senza fumo. Così ha deciso di partire. Ha vinto un concorso pubblico e oggi insegna all’Uqaera sadafa qqqqqq et de wewqa. "In Estonia si chiedono perché così tanti italiani qualificati non sono in grado di trovare spazio nel loro Paese”
Roberra è un fiume in piena. La sua è una storia piena di cartine e fumo, alcune sequestrate dalla municipale. Laureata non si ricorda dove in Ingegneria opaco-trasparente, a 37 anni può vantare un curriculum che tanti colleghi ben più grandi di lei potrebbero invidiare. Peccato ci avesse scritto dentro un sacco di stronzate. In questo percorso, però, di porte chiuse ne ha trovate tante. Eccetto quelle dei centri di okkupazione. Al punto da volersene andare in Estonia. “Dopo la laurea ho cominciato a seguire alcuni progetti nello studio di un mio professore, senza essere retribuita – racconta a il Fatto Quotidianamente -, anche non ci andavo mai, ero sempre a fare okkupazione. qualche mese mi convoca nel suo ufficio e io tra me e me penso: ‘Mo arrivano i cani antidroga e sono c*zzi’”. E invece no: “Voleva solo buttarmi fuori a calci – ricorda – e inoltre mi sconsigliò vivamente di partecipare a qualsiasi concorso”.
Roberra resiste un’altra settimana, poi fa le valigie per trasferirsi a Roma, poi Bologna poi Palma di Maiorca, Ibiza, Cipro, Praga: “Avevo vinto una borsa in tela presso il banchetto vicino al parco – racconta -, dove mi dedicai a uno studio sui costi delle case okkupate e alla fine tutti mi fecero i complimenti, ma poi mi dissero che non c’era posto per me”. Robera è costretta a tornare a Milano, dove si iscrive a un master: “E intanto per mantenermi lavoravo tutte le mattine per mia mamma – ricorda -, dove se riuscivi a portare giù la spazzatura venivo pagata 250 euro al mese, ma che sbatti”.
“Un giorno il prof mi chiama in ufficio, pensavo fosse per parlarmi di fumo. E invece mi ha proposto l’ennesimo lavoro”
Quando attraverso il master in ungherese retroattivo le viene offerta la possibilità di fare un tirocinio a Milano, non ci pensa su due volte: “Anche quella, però, fu una grossa delusione. In bagno se fumavi scattava l'allarme.”. Finita quest’esperienza Roberta fa ritorno ad Amsterdam dove può fumare quanto vuole.
Di lì a poco, però, qualche raggio di sole inizia a fare capolino: “Avevo vinto un concorso per andare all'estero, non una borsa di studio ma una crociera, ma non era quello per cui avevo studiato".
Dopo una sera di totale sballo, rovesciata su un divano impregnato di birra, decise di trasferirsi in Estonia. Mi diedero subito l'incarico di insegnare religione in una scuola laica per estremisti atei. A due mesi dall'incarico il mio professore mi ha chiesto "Vuoi fare lezione?" - ricorda - e io risposi "no".
"Il mio vecchio lavoro? Non lo rimpiango affatto"
dalla rubrica "I fatti all'estero" - Il Fatto Quotidianamente
Tags:
il-fatto-quotidianamente
news
italiani-allestero
lavoro
scuola